Radici Cristiane
Io sono il Pastore bello

di Francesco Domina©
Una delle immagini più antiche che raffigura Gesù come il Buon Pastore si trova nelle catacombe di San Callisto a Roma e fu probabilmente dipinta intorno al III secolo d.C.
"Io sono il Pastore bello..."
- Ego eimi o poimen o kalos - Έγώ είμι ó ποιμήν ó καλóς -. (Gv 10,11)
"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore".
(Gv 10,14-16)
SAN GIORGIO
martire
275 c. Cappadocia -23 aprile 303 d.C. Lydda (Palestina)
memoria 23 aprile

di Francesco Domina©
La figura di San Giorgio, tra realtà e leggenda, ha sempre affascinato tanti personaggi della storia: Cavalieri, Santi, Uomini e Donne comuni.
San Giorgio incarna e simboleggia l'eterna lotta tra il bene e il male.
SAN GERLANDO
Vescovo di Agrigento
25 febbraio 1100 d.C.

"Gerlando di Agrigento (Besançon, 1030 / 1040 - Girgenti, 25 febbraio 1100) fu vescovo di Agrigento; è venerato come santo patrono delle città di Agrigento e di Porto Empedocle.
Gerlando, di origini franco-normanne, fu nominato vescovo di Agrigento nel 1088. Resse la sede vescovile di Agrigento fino alla morte.
San Gerlando è venerato come santo dalla Chiesa cattolica dal 1159. Patrono della città di Agrigento, è festeggiato il 25 febbraio.
Le sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Agrigento, in un'urna d'argento di pregevole fattura".
(Wikipedia.org)



SANT'AGATA
Vergine e Martire catanese
5 febbraio 251 d.C.a cura di Francesco Domina

Memoria di S. Agata, vergine e martire, che a Catania, in Sicilia, ancora giovane, durante l'infuriare della persecuzione, nell'anno 251, conservò nel martirio la purezza del corpo e l'integrità della fede, offrendo la propria testimonianza per Cristo Signore. (Martirologio)
Il martirio di Sant'Agata

Agata aveva circa quindici
anni quando volle consacrarsi a Dio. Il Vescovo di Catania accolse la sua richiesta e
le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di
Catania Quinziano ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì e ordinò che la
portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del
proconsole non ebbero alcun risultato e allora l'uomo, furioso, organizzò un
processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata restava salda nella sua
fede, ma Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni
con enormi tenaglie. La giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato
allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione.
Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella dove morì qualche ora dopo. Prima di morire recitò a Dio la sua preghiera: " Signore che hai tolto da me l'amore del mondo, hai preservato il mio corpo dalla contaminazione , mi hai fatto vincere i tormenti del carnefice, il ferro, il fuoco e le catene, mi hai donato tra i tormenti la virtù della pazienza; ti prego di accogliere ora il mio Spirito: perché è già tempo che io lasci questo mondo e giunga alla tua misericordia". Era il 5 febbraio 251.
Sant'Agata nel cuore dei catanesi

Busto di Sant'Agata venerato a Catania
La festa in onore di Sant'Agata viene celebrata a Catania dal 3 al 5 febbraio.
Il primo giorno vi è la processione per l'offerta della cera, in passato tali ceri servivano per illuminare l'altare della cattedrale. Oggi tale processione venne sostituita dalle "candelore" cioè degli enormi carri illuminati (che in passato erano 28, oggi sono 13) e ognuno dei quali rappresenta un mestiere. Ogni carro viene chiamato cereo. Il primo giorno si conclude con i fuochi d'artificio.
Il secondo giorno, a partire dalle tre di notte, viene esposto il prezioso busto di Sant'Agata in modo che i devoti possano visitarlo, in attesa della messa dell'aurora e della processione. Durante la questa processione vengono gettati sul fercolo dei garofani rossi che rappresentano il sangue di Agata.
Alle prime luci dell'alba Sant'Agata ritorna in cattedrale e viene omaggiata con i fuochi d'artificio. La processione attraversa le vie periferiche della città.
Il 5 febbraio si ricorda la data del martirio. Le reliquie, in questa circostanza, vengono ricoperte di garofani bianchi, i quali rappresentano la purezza di Agata. Dopo il tramonto, verso le ore 17:00, prende il via la processione, che questa volta attraversa il centro della città, passando per via Etnea e per altre vie del centro. La festa si conclude la mattina presto del 6 febbraio con il ritorno in cattedrale del busto di Sant'Agata e lo spettacolo pirotecnico.
Dolci tipici della festa sono le cosiddette "cassateddi di Sant'Aita".
Tale festa viene ripetuta in forma ridotta il 17 agosto, che ricorda il giorno in cui nel 1126 le spoglie di Sant'Agata sono state riportate a Catania da due soldati provenienti da Costantinopoli.
RIFERIMENTI:
lIL MARTIRIO DI AGATA -Dramma Sacro -Piero Sapienza -Ed. Prospettive -Catania
lS. AGATA, BREVE STORIA-A cura di Don Piero Sapienza-www.parrocchiadellaguardia.it
lAGATA SPLENDIDISSIMA -Domenico Gagliani -Ed. Capitolo della Cattedrale -Catania
lS. AGATA E IL SUO CULTO -Mons. Salvatore Romeo -Ed. N. Giannotta -Catania 1922
lIl martirio di sant'Agata e le radici cristiane della Sicilia -Libera per nascita, serva per scelta -di Umberto Utro, Responsabile del reparto di arte paleocristiana dei Musei Vaticani
lS. Agata da Catania-Gaetano Zito, ©2004 Editrice Velar, Gorle (Bg)
lAGATA la santa di Catania -Vittorio Peri -Editrice Velar, Gorle (Bg)
lGIOVANNI PAOLO II IN VISITA PASTORALE A CATANIA 4-5 NOVEMBRE 1994 -EAC
lC.E.I., Martirologio Romano -Libreria Editrice Vaticana
lIL TESORO DI SANT'AGATA -Edizioni Arcidiocesi Catania
lSITO WEB Catania Cultura -L'angelica tavoletta -Sandro Torrisi
lSITO WEB Comune di Catania -La Chiesa di S. AGATA a Cremonaonti
Sant'Antonio abate 17 gennaio

"Scritta nel IV secolo da Atanasio, la Vita di Antonio è un best seller della letteratura Cristiana, presente in centinaia di codici nelle biblioteche di tutto il mondo. Di Antonio, "il padre dei monaci", conosciamo l'infanzia e la giovinezza, le notti trascorse vegliando e pregando, la predicazione, la fuga verso il deserto, i miracoli compiuti in nome di Dio, le battaglie contro i filosofi e gli eretici; conosciamo infine, la dolcissima morte nel cuore del deserto, da dove i suoi occhi contemplano per l'ultima volta il Sinai.
3. Un tale interrogò abba Antonio. Gli disse: «Che cosa devo fare per piacere a Dio?». L'Anziano gli rispose: «Fa' quello che io ti ordino: dovunque tu vada, tieni sempre Dio davanti ai tuoi occhi e qualunque cosa tu faccia, appoggiati sempre sulla testimonianza delle sante Scritture; in qualsiasi posto abiti, non andartene presto. Osserva questi tre precetti e sarai salvo».
11. Disse ancora: "Chi dimora nel deserto e cerca la pace è liberato da tre guerre: quella dell'udito, della lingua e degli occhi. Gliene resta una sola: quella del cuore.
35. Disse abba Antonio: "Chi batte un pezzo di ferro, prima pensa a quello che ne vuol fare: se una falce, una spada o una scure. Così anche noi dobbiamo pensare a quale virtù vogliamo acquistare per non faticare inutilmente".
27. Tre padri avevano l'abitudine di recarsi ogni anno dal beato Antonio. Due di loro lo interrogavano sui pensieri e sulla salvezza dell'anima; uno, invece, taceva sempre e non chiedeva nulla. Dopo molto tempo abba Antonio gli disse: Da tanto tempo vieni qui e non mi chiedi niente! E quello gli rispose: Mi basta vederti, padre!".