La Quaresima, tempo per riscoprire e vivere la pace

09.03.2022

Il presente articolo racchiude le riflessioni tratte dall'incontro di formazione spirituale, svolto nel Tempo forte di Quaresima, tenuto da Francesco Domina il 9 marzo 2022 presso la monumentale chiesa "Sant'Anna la Misericordia" di Palermo, retta dai frati dell'Ordine del TOR (Terz'Ordine Regolare di San Francesco).



di Francesco Domina©

Insegnante e Scrittore

Si occupa di Teologia, Religioni, Letteratura, Tecnologia... Agiografia (lo studio della vita, del culto e delle opere dei Santi)

Proprietà letteraria riservata:
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Buonasera! Ringrazio Padre Bartolo per avermi invitato a tenere l'incontro di questa sera e a tutti voi per la vostra presenza. Trattare una tematica così delicata e affascinante come la pace è sempre qualcosa che ti sollecita a porti delle domande. Questa sera voglio invitarvi tutti a metterci in cammino, insieme. Vi chiedo di accogliere le mie parole e di farle vostre, se lo vorrete potranno essere utili pensieri in questo Tempo di Quaresima.


Questa sera, attraverso un percorso storico-biblico, cercheremo di andare alla scoperta delle radici bibliche del concetto stesso di pace e del suo forte valore simbolico.

La pace, infatti, è il primo dono di Gesù Risorto.

Articoleremo la nostra riflessione sviluppando tre punti fondamentali:

1) La Quaresima e la pace

2) Percorso storico-biblico sul concetto di pace

3) Attuazione della pace nel mondo.



1 - La Quaresima e la pace


La Quaresima è un Tempo liturgico forte in cui siamo invitati ad intraprendere un cammino di conversione e di cambiamento interiore.

Da sempre l'uomo ha desiderato e bramato la pace perché è solo nella pace e in un clima di pace che in ogni società si può ricercare e costruire il benessere spirituale e materiale.


Lo stesso Paolo ci invita a pregare per i politici per vivere in pace:

«Raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio». (1 Tim 2,1-3)


La pace è il primo dono del Signore risorto.

Gesù, appena risorto, dice ai suoi discepoli: 

"Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". (Gv 20,21)

Il risorto, dunque, dona la pace ma invita anche i suoi discepoli a diffondere e ad essere portatori di pace nel mondo.
 
Nella cultura e nella mentalità ebraica il saluto è il saluto della Pace: "Shalòm".

Il Messia, atteso dal popolo ebraico, è chiamato «Principe della pace» (Is 9,5).


Anche oggi quando gli ebrei si incontrano per strada si salutano con la parola ebraica shalòm (pace). Con questo termine essi indicano e racchiudono tutti gli aspetti della vita e della persona umana: la pace nel pensiero ebraico e all'interno dell'Antico Testamento non è solo assenza di guerra, o di rapporti conflittuali ma anche benessere materiale.

La pace indica inoltre il compito per l'uomo, ricevuto da Dio, di coltivare e custodire la Terra:

"Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse". (Gn 2,15)


Nella Bibbia la pace viene considerata "come dono di Dio e come pienezza di tutte le sue benedizioni: la vita e la famiglia, la terra e i suoi prodotti, il lavoro e il benessere, la longevità e l'abbondanza. La pace è il messaggio centrale della speranza messianica annunciata dai profeti, che la vedono realizzarsi nella ritrovata armonia delle origini tra l'uomo e il creato:

«Il lupo dimorerà insieme con l'agnello... il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà...» (Is 11,6-9; Cfr Is 65,25).

Ma anche nella trasformazione degli strumenti di guerra in strumenti di progresso e di convivenza pacifica e fraterna:

«Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci... non impareranno più l'arte della guerra» (Is 2,4). 

Tutto ciò si compirà con la venuta di Gesù di Nazaret, la cui nascita segna anche la nascita e il trionfo della pace:

«Sulla terra pace agli uomini, che Dio ama» (Lc 2,14).

Nel simbolismo biblico Gerusalemme è la "città della pace": suo sovrano storico è Salomone (= "il pacifico"), ma suo sovrano ideale è "la pace" (Is 60,17).

Nelle Lettere di Paolo, i destinatari del vangelo ricevono come primo annuncio la pace donata da Gesù risorto il giorno di Pasqua:

«Grazia a voi e pace»".

(Primo Gironi, La colomba, rilasciata da Noè, torna all'Arca con un rametto d'olivo, Illustrazione di Alfredo Brasioli, 2014).


La pace, dunque, "non designa anzitutto il tempo della pace in opposizione al tempo della guerra, ma lo stato dell'uomo che vive in armonia con la natura, con se stesso, con Dio... Dunque lo shalòm è un concetto globale, cosa che appare ancora più chiaramente se osserviamo i termini che abitualmente lo accompagnano: pratica della giustizia, osservanza del diritto, accoglienza dei poveri e delle vedove, ordine, benessere, fedeltà religiosa". (Bruno Maggioni)

La pace, dunque, si muove attraverso due vie fondamentali: una orizzontale, che si realizza tra gli uomini, sulla terra e una verticale, che scaturisce dal rapporto tra Dio e gli uomini, tra cielo e terra e di cui il Messia, come suo inviato, vive in uno stretto rapporto con il Padre.

"Chi vive e costruisce la pace contribuisce a costruire la grande famiglia dei figli di Dio, il cui primogenito è il Cristo, primo costruttore di pace...". (Primo Gironi)


Gesù, però, dona a questo concetto una novità perché la pace che Gesù dona è diversa dalla pace che dona il mondo:

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27)

In Gesù, dunque, la pace assume dei tratti e delle connotazioni spirituali e non solo materiali.



2- Percorso storico-biblico sul concetto di pace


Gesù affronta spesso il tema della pace. Possiamo rintracciare all'interno dei suoi discorsi e del Nuovo Testamento almeno tre prospettive diverse:


2.1 La pace con Dio

2.2 La pace con Dio e tra gli uomini

2.3 La pace come non violenza e amore del nemico


2.1 La pace con Dio:

Dopo il peccato originale l'uomo si allontana da Dio, si crea una inimicizia:

"Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". (Gn 3,9-10)

Dopo il peccato l'uomo ha paura di Dio!

E ancora:

"Con il sudore del tuo volto mangerai il pane,

finché non ritornerai alla terra, 

perché da essa sei stato tratto:

polvere tu sei e in polvere ritornerai!". (Gn 3,19)


Dio, in Cristo, riconcilia a sé l'uomo: viene annullata l'inimicizia in vista di una riconciliazione. Ecco il significato delle parole di Gesù Risorto ai suoi discepoli.

Gesù, il risorto, riporta la pace tra Dio e l'uomo.

San Paolo scrive:

"Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio". (2 Cor 5,20-21)


"La pace, quindi, diviene sinonimo di salvezza".

Dio e l'uomo non sono in guerra... ma debbono condividere la pace.



2.2 La pace con Dio e tra gli uomini:

Dio, in Cristo Gesù, non fa preferenze di persone, come alle volte facciamo noi: pagani, greci... sono tutti suoi figli e tutti li vuole riconciliati con sé... Tutti accomunati da un unico Padre.

"Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato»".

(Rm 10,11-13)


2.3 La pace come non violenza e amore del nemico:


Gesù rinuncia alla guerra, alle sue armate e si rivolge a Pietro mentre sta per essere arrestato nell'orto del Getsemani:

"Credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?". (Mt 26,53)


Di fronte a Pilato Gesù ribadisce:

"Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". (Gv 19,36)

"Egli dichiara apertamente, ancora una volta, di non appartenere a questo mondo, cioè alla mentalità ingiusta basata sul potere e sulla violenza". (Betanialive)

Pilato rivendica la decisione di vita o di morte su Gesù ma Egli ribadisce la sua libera volontà di sottomettersi alla sua passione: 

"Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto". (Gv 19,11)

O quando Gesù viene arrestato e Pietro taglia l'orecchio al servo del sommo sacerdote:

"Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: "Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. (Mt 26,51-52)



3 - Attuazione della pace nel mondo:
 

Come realizzare la pace nel mondo?

Prima di costruire la pace nel mondo dobbiamo lavorare per costruire la pace nel nostro cuore e nell'ambiente in cui viviamo (famiglia, scuola, lavoro, amicizie).

Che cosa insegniamo ai nostri figli? Oggi la nostra società porta avanti uno spirito di competizione, come una continua guerra per accaparrarsi i primi posti nella società.

La parola d'ordine è... primeggiare.

Non possiamo neanche tralasciare la violenza dei videogiochi con cui i nostri ragazzi si intrattengono per ore e ore durante la giornata, l'uso distorto dei social o la banalizzazione dell'affettività.

Come possiamo, dunque, realizzare la pace nel mondo?

Lo possiamo fare attraverso piccoli gesti quotidiani...

In questo periodo di Quaresima, noi tutti, siamo chiamati a costruire la pace.

Come possiamo attuare questa pace?

Prima di tutto possiamo fare la pace con Dio (quanti vedono Dio come un nemico!), con noi stessi (se non siamo in pace con noi stessi non possiamo donare pace agli altri), poi con tutti gli uomini, i nostri fratelli e le nostre sorelle e infine possiamo scegliere la non violenza e l'amore per il nemico.

"O Signore fa di me uno strumento della tua pace!", scriveva Francesco d'Assisi, l'uomo della pace. Ciò si rispecchia anche nel saluto dei Frati: "Pace e Bene" (Pax et bonum).

La ricerca della Pace, dice Francesco, va oltre. Perché dove c'è l'odio chiede di portare l'amore e il perdono, dove c'è la discordia chiede di portare l'unione e dove c'è il dubbio chiede di portare la fede.

La pace, dunque, è perdono, unione, Fede testimoniata e vissuta in tutti gli atti quotidiani della nostra vita.

La pace è lo strumento attraverso cui si manifesta la Misericordia di Dio, poiché dove c'è la vera pace non c'è odio e né risentimento, non c'è disprezzo ma comunione, non c'è invidia e gelosia ma amore.

Anche Gerusalemme, (dall'ebraico: יְרוּשָׁלַיִם‎, Yerushalaim) che letteralmente significa città della pace, è il luogo della ricerca della Pace, una pace non tanto vissuta e praticata perfettamente ma una pace ricercata e bramata come attuazione della Giustizia e della Misericordia di Dio.


Vorrei concludere con le parole stesse di Gesù, il quale ci invita, come suoi discepoli, a non arrenderci mai al male ma ad essere costruttori, nel nostro piccolo, di una Cultura della Speranza e della Pace, che si fonda su una corretta concezione del rispetto della dignità della persona umana :

"Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio". (Mt 5,9)

Sant'Agostino afferma:

"La vita del cristiano è un cammino fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio". (De Civitate Dei XVIII,51)


Che cosa vuol dire dunque essere operatori di pace?

Vuol dire portare la pace in tutti gli ambienti dove noi viviamo ma anche nel nostro cuore, nella nostra mente e nelle nostre azioni e non permettere che i sentimenti di odio e di rivalità prendano il sopravvento e ci dominino.


Chiara Lubich scriveva:

"Può essere portatore di pace chi la possiede in sé stesso. Occorre essere portatore di pace anzitutto nel proprio comportamento di ogni istante, vivendo in accordo con Dio e la sua volontà".


Bisogna quindi scegliere uno stile di vita evangelico che ci porti a fare delle scelte controcorrente e allora sì che le parole di Gesù si concretizzeranno nella nostra vita e il Vangelo diverrà Parola viva ed efficace:

"Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio". (Mt 5,9)

Pace a tutti voi e buon cammino di Quaresima!




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