Un tesoro da condividere

19.05.2021
© lettoriescrittori.it
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di Francesco Domina©


"Anche Devis era un uomo, sotto tutti gli aspetti - riprese Silver. - Non ho mai navigato con lui: prima con England, poi con Flint. Questo è tutto. E ora qui, per conto mio, per modo di dire. Misi da parte novecento sterline al tempo di England, e duemila dopo Flint. Non c'è male per un uomo di prua. È tutto in banca, al sicuro. Guadagnare non è niente; ciò che conta è mettere da parte, credete a me".

(Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro)


Che rapporto abbiamo con il denaro?

Come scrive Stevenson nell'isola del tesoro è molto più facile guadagnare, e soprattutto spendere, che risparmiare.

Se da un lato l'uso distorto del denaro, il volerlo trattenere per sé, solo per sé, è un vizio capitale, chiamato appunto avarizia, al contrario spendere tanto denaro in modo dissoluto conduce in rovina ogni uomo, pensiamo anche al "figlio prodigo" (c.f. Lc 15,11-32) che, presa la parte dell'eredità datagli dal padre, la spende tutta in dissolutezze e rimane senza più nulla.

Come trovare un equilibrio in tutto ciò? Potremmo dire che la soluzione sta nel mezzo: guadagnare con l'intento di risparmiare, ma non trattenere solo per sé il guadagno, la fonte del proprio lavoro, e condividerlo invece con chi è più bisognoso o con chi è più povero.


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