Sant’Antonio di Padova, un giovane diventato Santo
Fernando, giovane portoghese, diventa agostiniano e poi francescano, assume il nome di Antonio, riscoprendo una vocazione nella vocazione.
Una vita al limite dell'avventura, un giovane diventato santo.

Antonio, o Fernando, il nome con cui era stato battezzato, era nato in Portogallo, a Lisbona, nel 1195.
Figlio di nobili, successivamente, decise di entrare nell'Ordine degli Agostiniani, come Papa Leone XIV. Studiò nella monumentale biblioteca di Coimbra, dove, per circa otto anni, acquisì una cultura sconfinata: sapeva tutta la Sacra Scrittura a memoria ed è per questo che durante la sua canonizzazione il pontefice Gregorio IX, il 30 maggio 1232, lo definì Arca del Testamento.
Quando sentiva il suo percorso spirituale e umano ormai tracciato, un incontro cambiò la sua esistenza.
Alcuni fraticelli di San Francesco di Assisi passarono da Coimbra per andare in Marocco a predicare il Vangelo, consapevoli che portare questo messaggio in terra musulmana sarebbe stato un grave pericolo per la loro vita.
Dopo poco tempo i loro corpi furono riportati in Portogallo e Antonio, contemplando il sacrificio di quei poveri Fraticelli, morti martiri per il Vangelo, decise di partire per il Marocco e di morire anche lui come un martire per la causa del Vangelo di Gesù Cristo.
Decise allora di diventare francescano, si spogliò del nobile abito agostiniano per rivestire il sacco ruvido dei frati minori francescani. Poi, prese il nome di Antonio, in riferimento a un piccolo luogo di eremitaggio nei pressi di Coimbra che era dedicato a Sant'Antonio l'egiziano, il Grande.
Il novello francescano partì per il Marocco ma quando arrivò in questo luogo la sua salute fu compromessa a causa di una malattia che lo ridusse in fin di vita.
Ripartì per l'Italia con la nave e, forse, come naufrago, a causa della potenza dei flutti, approdò nelle coste di Messina.
Da qui risalì a piedi scalzi verso Assisi perché voleva partecipare al famoso capitolo delle stuoie dove era presente anche San Francesco.
Antonio non rivelò a nessuno la sua profonda cultura ma, saputo che egli era un sacerdote, fu condotto da fra Graziano in una comunità di Frati.
Qui Antonio svolse i lavori più umili, come l'assistenza agli anziani e la cucina.
Un giorno, a Forlì, durante un'importante celebrazione liturgica, visto che i frati domenicani non potevano fare la predica, saputo che Antonio era un sacerdote, fu invitato a tenere l'omelia.
È proprio qui che la grande Sapienza spirituale e umana di Antonio, nascosta fino adesso, venne miracolosamente alla luce.
Da questo momento in poi la vita di Antonio sarà un'esplosione di creatività e di meraviglia: girerà l'Europa portando la teologia nelle più grandi Università; otterrà da Dio innumerevoli miracoli; contrasterà le eresie; predicherà ai pesci; diverrà maestro nelle Scienze Teologiche; contribuirà all'eliminazione di leggi socialmente ingiuste e annuncerà a tutti, piccoli e grandi, l'amore misericordioso di Dio, visibile in Gesù Cristo, e la bellezza dell'amore materno di Maria.

"Quando un cristallo è illuminato dai raggi del sole emette un bagliore di luce, quando un credente è toccato dalla luce della grazia di Dio egli pure emette un bagliore di luce, nelle parole e nelle azioni che compie e in tal modo porta ad altri la luce e la grazia di Dio".(Antonio di Padova, Sermoni)
Il 13 giugno 1231, venerdì santo, a mezzogiorno, mentre Antonio sedeva a mensa con i frati, fu colto da un grave malore e morì all'età di 36 anni a causa di una malattia chiamata idropisia.
Le sue ultime parole furono: «O gloriosa Domina, excelsa super sidera» (O gloriosa Signora, esaltata sopra le stelle).

La figura di Sant'Antonio di Padova mi ha sempre affascinato. Fra tutti i santi della storia della Chiesa forse è stato l'unico ad essere stato canonizzato dopo solo undici mesi dalla sua morte:
è morto il 13 giugno del 1231 ed è stato canonizzato il 30 maggio 1232.

Gesù bambino appare a Sant'Antonio
L'unico Libro che è pervenuto fino a noi scritto da Sant'Antonio è una raccolta di omelie che si muovono all'interno
dell'anno liturgico, I "Sermoni".
Scritto anche con uno stile allegorico, il suo obiettivo era quello di formare i confratelli francescani alla predicazione del Vangelo.

Il Papa Pio XII, il 16 gennaio 1946, ha proclamato Antonio Dottore della Chiesa universale.


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