Pamela Salvatori, IL DITO DI DIO. Lo Spirito Santo nella vita cristiana

08.06.2025

LE RECENSIONI di lettoriescrittori.it

Pamela Salvatori, IL DITO DI DIO.
Lo Spirito Santo 
nella vita cristiana, Amazon



Dopo il successo dell'ultima intervista-recensione del libro su San Giuseppe, l'uomo dei fatti di Pamela Salvatori, che ha registrato migliaia di visualizzazioni, vogliamo proporre oggi ai nostri lettori un altro suo testo di recente pubblicazione: "IL DITO DI DIO. Lo Spirito Santo nella vita cristiana".





di Francesco Domina©

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Il libro si presenta con un formato tascabile e di facile consultazione. Rientra a pieno titolo nella forma di quei volumi che, come Editor, preferisco poiché posso portare con me facilmente e leggerlo in qualsiasi luogo mi trovi, quasi come un compagno di viaggio. Ben curato nella sua impaginazione e arricchito da un'ampia raccolta di note che tuttavia non appesantiscono la lettura ma approfondiscono e spiegano alcuni tratti della narrazione, per introdurre poi maggiormente il lettore all'interno dell'argomento trattato.

La solennità di Pentecoste richiama tutti i cristiani alla celebrazione del mistero insondabile di una delle Tre Persone della Santissima Trinità, lo Spirito Santo.

Tale giorno concorre alla conoscenza di un mistero che a tanti resta quasi sconosciuto o di cui poco si parla e si tratta se non in tale ricorrenza.

Il libro che vogliamo proporre si inserisce proprio su questa scia ed è stato scritto dalla Teologa Pamela Salvatori, specializzata in Teologia Dogmatica che, riprendendo i dati biblici e l'antica e sempre nuova Tradizione della Chiesa, ci introduce all'interno del mistero insondabile dello Spirito Santo.
 


Lo Spirito Santo è "il massimo della Delicatezza con il massimo della Forza". (Padre J. P. Hernandez)



INTERVISTA

Gent.ma Prof.ssa Salvatori lei ha scelto come titolo del volume che stiamo presentando "IL DITO DI DIO, lo Spirito Santo nella vita cristiana", un'espressione molto evocativa anche a livello biblico che richiama alcuni episodi veterotestamentari.

Può spiegarci meglio il significato di questa espressione?

E perché Gesù applica questa terminologia a se stesso?


Come prima cosa la ringrazio per questa nuova intervista e per aver reso disponibile quella precedente anche per la rivista Maria di Fatima, che la sta pubblicando in due parti. Con l'occasione saluto e ringrazio tutti coloro che hanno letto e apprezzato il libro su san Giuseppe. Ho ricevuto molti riscontri positivi, molto più di quanto avrei potuto immaginare.

Come ha fatto notare, ancora una volta il formato del libro è tascabile. Mi fa piacere sapere che questa scelta ha portato i suoi frutti. Il tema trattato è "imponente", sebbene affrontato in modo da renderlo accessibile a tutti – ho evitato un linguaggio troppo accademico proprio a questo scopo - pertanto anche il formato andava scelto in modo da non "scoraggiare" il lettore, magari poco avvezzo alla teologia. D'altronde è nella logica di Dio farsi minimo per dare il massimo!

Tornando alla sua domanda, questo nuovo libro è dedicato all'opera meravigliosa della SS. Trinità in noi attraverso il dono dello Spirito. Ho voluto intitolarlo IL DITO DI DIO, perché quella del "dito", a mio parere, è una delle immagini più evocative nella sua simbologia, anche se generalmente non è molto utilizzata per parlare dello Spirito Santo. È stato Gesù stesso a sceglierla in Lc 11,14-20, ove afferma di scacciare i demòni con il dito di Dio. È questo un segno della sua Regalità. Il dito di Dio, infatti, è simbolo della potenza salvifica e della presenza liberatrice dello Spirito Santo in mezzo al mondo. È un simbolo che, proprio per questo significato, rimanda anche alla realtà di un combattimento spirituale in atto, che siamo chiamati ad affrontare con le armi dello Spirito (cf. Ef 6,10ss). Ho messo in luce questo contesto agonale nell'introduzione del libro e nel primo capitolo. L'immagine biblica del dito di Dio, inoltre, evoca memorie antiche: la Legge, consegnata a Mosè su tavole di pietra (cf. Es 31,18); la drammatica vicenda delle piaghe d'Egitto, quando i maghi al servizio del Faraone videro nell'invasione delle zanzare un intervento divino, esclamando: «è il dito di Dio!» (Es 8,15). Significativo, poi, che nel NT, l'apostolo Paolo, sviluppando la stessa metafora, dichiari ai Corinzi che essi sono la "lettera" di Cristo scritta non con inchiostro ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei loro cuori, richiamando così, implicitamente, sia la prodigiosa consegna della Legge a Mosè, sia l'antica profezia di Ezechiele sulla trasformazione del cuore che lo Spirito avrebbe realizzato nei credenti (cf. Ez 36,26-27). La liturgia, infine, ci fa invocare lo Spirito Santo come «dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore» proprio nell'inno della veglia di Pentecoste, Veni, Creator Spiritus. Dunque, un simbolo forte e pieno di senso.



Spesso sentiamo o facciamo il segno della croce, mettendo in risalto la figura dello Spirito Santo.

Tuttavia, se oggi dovessimo chiedere ai cristiani chi è veramente lo Spirito Santo o in che modo opera nella nostra vita forse la risposta non sarebbe poi così scontata.

Il teologo Karl Rahner, nel saggio "La Trinità", pubblicato in italiano da Queriniana nel 1998, scriveva

di una certa "dimenticanza della Trinità nella pietà e nella teologia cattolica".

Forse oggi questa espressione risulta ormai superata a causa del numero sempre crescente delle pubblicazioni che trattano il tema della Trinità.

Anche il magistero di Giovanni Paolo II con la pubblicazione delle tre Encicliche

Redemptor hominis, Dives in misericordia, Dominum et vivificantem e successivamente la Lettera apostolica Tertio millennio adveniente ha dato un nuovo impulso alla teologia e alla pastorale verso la comprensione delle tre Persone Divine.

Tuttavia, per quanto riguarda il ruolo che lo Spirito Santo occupa nella pietà e nella vita di ogni Cristiano credo che ci sia ancora tanto da fare.

Questo testo in effetti si colloca su questa scia e cerca di approfondire il ruolo che lo Spirito Santo riveste all'interno della vita di ogni singolo Cristiano.

Fr. Manuel, nella prefazione al testo, scrive:

"Il dito di Dio disegna in noi i tratti del volto di Gesù attraverso i suoi doni, plasmandoci a immagine del Figlio". (cit 12)

Può spiegarci meglio questo concetto?


Fr. Manuel Valenzisi, teologo dogmatico e mio caro amico, con la sua spiccata capacità di sintesi, è stato capace di dire quanto di più bello la presenza dello Spirito Santo opera nell'uomo che vive in grazia di Dio: la conformazione a Gesù Cristo. Nei vari capitoli del libro abbiamo mostrato, dono dopo dono, come quest'opera ordinaria, e al contempo eccezionale, dello Spirito in noi, ci renda progressivamente somiglianti a Gesù e Maria. Così, ad esempio, accogliendo e facendo fruttificare il dono della Scienza diventiamo trasparenza di Gesù Consolatore, mentre con il dono dell'Intelletto lasciamo emergere attraverso di noi i tratti di quel Gesù che è Verità e Luce del mondo. Ma per comprendere a fondo quest'opera trasformante e profonda, e come assecondarla, devo rimandarvi alla lettura del testo, perché sarebbe impossibile sintetizzarla in così poco spazio.



Quando parliamo dello Spirito Santo subito accostiamo a questa Persona Trinitaria i doni che egli elargisce.

Che cosa significa, come lei scrive, che "questi doni sono un invito a rispondere alla chiamata alla santità?". (cit. p.16)


Significa che il Signore ci chiama alla santità e ci dona tutto ciò che ci è necessario per conseguirla, ossia il suo Santo Spirito. La santità è la mèta della nostra esistenza, siamo creati per godere eternamente di Dio. La teologia ha compreso che missione ad extra dello Spirito è proprio quella di santificare i fedeli. Per questo Egli viene donato alla Chiesa dal Signore Croscifisso e Risorto, Lui che è Persona-Dono. Se lo lasciamo vivere in noi, accogliendo la grazia sacramentale e combattendo il peccato, lo Spirito agisce, ci rinnova completamente, dandoci lo sguardo di Dio, il suo giudizio, il suo sentire, il suo pensare, il suo cuore e ci divinizza, in altri termini, ci fa santi, ci fa "altri" Gesù, ossia una cosa sola con Lui. I semi delle virtù teologali che riceviamo nel Battesimo solo così portano frutti di felicità eterna.



"Figlio, Se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione". (Sir 2,1)

È proprio necessaria una lotta spirituale all'interno della nostra vita affinché questi doni che lo Spirito Santo elargisce possano fruttificare?

O come scriveva Oscar Wilde, con una certa ironia che porta alla riflessione, che il modo migliore per fuggire la tentazione è quella di assecondarla?


Con questa domanda tocca un tema a me molto caro, quello del combattimento spirituale. Chi segue il canale youtube Vivete nella gioia!, condiviso con alcuni amici teologi e non, sa quanto ci stia a cuore questa realtà. Anzi, approfitto per invitarvi a seguirci. Purtroppo, è una verità dimenticata, che forse con Papa Leone vediamo riemergere di tanto in tanto, anche perché è ben nota alla Tradizione cristiana orientale e occidentale, soprattutto monastica. Che esista una lotta spirituale è evidente nel Vangelo, è ben espressa anche da san Paolo, invito a leggere le sue lettere. Come dicevamo sopra, è in questo contesto di lotta che la vita spirituale, teologale, ossia delle virtù teologali, in noi si sviluppa, grazie ai doni dello Spirito Santo. Nella S. Messa di Pentecoste si legge: Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. (Rm 8,8-9). Basterebbero queste poche parole per smascherare l'errore di quella citazione di Oscar Wilde.

La verità è che siamo tutti immersi in un combattimento spirituale contro le tendenze peccaminose che ci abitano, sulle quali soffia il "Principe di questo mondo". Satana e gli spiriti ribelli fanno guerra all'uomo, perché odiano Dio e vogliono distruggere tutto ciò che viene da Lui ed è espressione del suo amore. Questo dato di realtà non deve essere dimenticato. Siamo in guerra contro nemici invisibili che solo lo Spirito può vincere in noi e con noi. Gesù continua ad effondere il suo Spirito sulla Chiesa intera, come dono incessante della sua Redenzione, termine che, anche etimologicamente, significa il nostro avvenuto riscatto dal potere del demonio. Gesù ci dona tutto se stesso, tutto il suo Spirito per farci partecipi della vita divina, ma non ci obbliga ad amarlo e qui sta la delicatezza del Suo amore. Finché durerà questo mondo, il demonio ci farà guerra, ci tenterà senza sosta, farà di tutto perché quanti più uomini si perdano e divengano sui strumenti di perdizione anche per gli altri. E quante vittorie sta riportando nelle nostre famiglie! Quanti giovani tenuti lontano da Dio! Quanti genitori, vittime della mentalità corrente, non si preoccupano affatto della salvezza eterna dei loro figli! Li consegnano a Satana quando non trasmettono loro la fede e non li aiutano a vivere un rapporto d'amore, di intimità con il Signore. Con questo libro abbiamo messo l'accento su questa realtà, pericolosamente trascurata anche dalla predicazione odierna. L'oblio attuale di Satana è già una sua conquista. Bisogna ricordare a tutti che il male non è un'astrazione, è una persona di natura angelica! Di conseguenza, chi vive nel peccato mortale si consegna a Satana, è suo schiavo, che lo sappia o no. Al contrario, chi sceglie Gesù, chi vive la sua Parola, i Comandamenti e i suoi Sacramenti, nonostante le sue fragilità è pieno di Dio, e così vince il demonio per la potenza dello Spirito che lo abita. La sua Redenzione è già in atto ed avrà in eredità la vita eterna. Ripeto: il combattimento spirituale è una realtà che riguarda tutti, quindi bisogna scegliere con chi stare. Non esistono vie di mezzo: Gesù o Satana. Inoltre, questo combattimento realizza frutti meravigliosi nella vita del fedele: rende persone stabili, forti, mature, aiuta a crescere anche umanamente, sotto il profilo intellettuale, morale, spirituale. Permette di sviluppare le virtù, di vincere i vizi e ci rende persone affidabili per tutti, capaci di consiglio, di vicinanza, di amicizia, di compassione… quelle persone che tutti vorrebbero incontrare. Insomma, entrare in questa lotta con Gesù è tutto un guadagno!



Lei scrive: 

"In questo cammino di purificazione del cuore, abbiamo accanto una Madre pneumatofora, ossia portatrice dello Spirito, perché è piena di Lui e fedelissima Sposa e Socia della Trinità, dono di Gesù ai credenti nel momento supremo della croce (cf. Gv 19,25-27)". (cit. p.33)

Può spiegarci meglio il significato di questo termine greco che richiama il rapporto stretto e singolare tra la Vergine Maria e lo Spirito Santo?


Ho accennato all'inizio che in questo libro ho evitato di proposito una terminologia propriamente accademica, perché non è un trattato di pneumatologia, piuttosto una guida per vivere cristianamente. Tuttavia, qualche concetto teologico più forbito mi è sfuggito! Maria è pneumatofora, insegna la teologia, utilizzando un termine denso di significato. Chi conosce il greco può comprendere facilmente: biblicamente e teologicamente, pneuma (πνεύμα) richiama il "soffio vitale" in senso generale, ma anche, nel nostro caso specifico, lo Pneuma divino, ossia lo Spirito Santo. È una traduzione dell'ebraico ruah (רוח) dell'Antico Testamento, che significa "spirito", "vento", "respiro", e che nel Nuovo Testamento sta ad indicare soprattutto la forza vitale e creatrice dello Spirito Santo. Il suffisso -fero (φέρω in greco) significa "portare", "portare con sé", "condurre".

Ma al di là delle questioni terminologiche, ciò che mi preme trasmettere è che Maria è una presenza reale, viva in noi, con noi, per noi nello Spirito Santo. È impossibile separarla da Lui. Opera con Lui sempre ed in modo speciale, compiendo una missione materna specifica ed irripetibile. Maria non si confonde con lo Spirito ma coopera con Lui attivamente, tutta animata e condotta da Lui, al punto che talvolta sono stati riconosciuti ad entrambi gli stessi attributi - nel libro abbiamo parlato del loro essere "Cuore della Chiesa". Il santo di Montfort osava scrivere che lo Spirito non fa nulla in noi senza la Sua Sposa. Che bellezza! In una sezione del libro abbiamo presentato questa verità con esempi evangelici. Davvero il Vangelo ci mostra questa realtà profonda, questa unione nuziale, santa, pura, tra Maria e lo Spirito Santo in modi molteplici, soprattutto manifestandoci i frutti spirituali di questa unione. E ci rivela che Maria porta lo Spirito, perché porta Gesù, pneumatofora perché cristofora



Ogni giorno, anche quando facciamo il segno della croce, nominiamo sempre lo Spirito Santo e in tal modo lo invochiamo e chiediamo il suo aiuto nella vita di ogni giorno.

Tuttavia, non è facile declinare la sua essenza e le sue caratteristiche e tantomeno spiegarle anche ai giovani o a chi si accosta ad una vita di Fede.

Chi è, dunque, lo Spirito Santo?


È vero: è stato definito anche "il Grande Sconosciuto", eppure la sua presenza è essenziale per la nostra vita, altrimenti siamo perduti. Si tratta di una presenza così delicata, discreta, silenziosa, mai invadente. Se non siamo educati all'ascolto della voce dello Spirito, facilmente lo ignoriamo o addirittura ci appropriamo delle sue sante ispirazioni, delle luci che ci dona, illudendoci che siano opera della nostra intelligenza e abilità naturale. La discrezione dello Spirito Santo è qualcosa di eccezionale, una manifestazione dell'umiltà divina non meno profonda dell'Incarnazione del Verbo. Egli è anima della nostra anima, come recita una celebre preghiera. Egli vive in noi se lo lasciamo entrare nella nostra vita, ma non fa rumore. Per conoscere lo Spirito, per riconoscere le sue ispirazioni, la sua presenza, è necessario il silenzio interiore, quello di cui siamo tanto carenti, specialmente in un mondo tanto caotico, anche virtualmente parlando, come quello attuale. Certo, è Dio, Spirito, Amore, Dono, Terza Persona della SS. Trinità, ma moltiplicare le definizioni non serve a conoscerlo meglio, bisogna vivere di Lui per ricevere da Lui ogni luce di Sapienza e di Scienza.



Lei scrive:

"In quanto Persona-Dono, Egli è la sorgente di ogni altro dono creato. In particolare, secondo la Tradizione della Chiesa, sono sette le manifestazioni principali dello Spirito, l'Amore effuso nei nostri cuori: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio". (cit. p. 26)

Potrebbe approfondire il concetto di Persona-Dono?


In parte ho già risposto a questa domanda nelle precedenti. Nella vita intra-trinitaria, lo Spirito Santo è il Dono del Padre al Figlio. Nella vita extra-trinitaria, lo Spirito Santo è il Dono del Padre e del Figlio alla Chiesa e ad ogni uomo. La Sacra Scrittura utilizza il nome di dono in quanto dalla Terza Persona procedono anche tutti i doni che Dio concede all'uomo. E poiché non c'è dono più grande dell'amore, sant'Agostino lo chiama anche Amore. In certo senso, questo gli si addice come nome proprio, in quanto nella Trinità è lo Spirito che procede per via di amore. Ecco perché anche san Giovanni Paolo II, in quella citazione, si esprime in quei termini. Questo splendido nome mette in luce la gratuità con cui lo Spirito viene elargito ai credenti per amore di un Dio che vuol darsi tutto e renderci partecipi del suo Tutto.



Perché i doni che lo Spirito Santo elargisce ad ogni credente, ma anche ad ogni uomo di buona volontà, sono proprio sette?


La verità è che i doni di Dio sono infiniti e incalcolabili. La loro numerazione è convenzionale, ma non senza significato. È stata la Tradizione viva della Chiesa ad individuare sette manifestazioni principali dell'Amore di Dio in noi, appunto i sette doni, ispirandosi a un testo del Libro di Isaia 11,1-3. Ne abbiamo parlato nel libro, dando le spiegazioni necessarie, ma anche suggerendo di andare oltre i numeri per cogliere l'essenza di questi doni, accoglierli e lasciarli fruttificare in noi. È questo che ci interessa!



Nella celebre profezia del profeta Ezechiele, che lei riporta all'interno del testo, si descrive in modo simbolico una delle opere principali dello Spirito Santo: 

"vi darò un cuore nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi". (cf. Ez 36, 25-27)

In che modo lo Spirito Santo trasforma il cuore del fedele che lo accoglie?


Davvero questa opera è grandiosa e non dovrebbe finire di sorprenderci. Il Signore l'aveva promessa e l'ha realizzata, continua a realizzarla in chi la desidera. Se conosciamo il nostro cuore non possiamo che attestare quanta durezza, impurità, corruzione vi sia, al punto che da soli non siamo in grado di cambiarlo, di purificarlo. Se non abbiamo coscienza di questo bisogna invocare la Luce dello Spirito Santo, che certamente arriverà ad illuminare la verità di ciò che siamo. Di fatto, noi non abbiamo il potere di cambiarci in profondità e anche quando ci proviamo, pur con le migliori intenzioni, presto ci stanchiamo e scoraggiamo, perché ci sembra di non poter cambiare mai. Ma l'errore sta proprio nel confidare in noi stessi e non in Dio! La verità è che lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza (Rm 8,26) e, all'unica condizione che lo accogliamo, entra in noi e ci fa creature nuove, nuova creazione, creazione splendida! È una trasformazione progressiva quella che attua, che dura tutta la vita e si compie primariamente per la Sua presenza dentro di noi. Questa presenza, però, non ci lascia inermi e passivi, al contrario, chiede e incoraggia la nostra cooperazione, affinché ci possa divinizzare. Siamo chiamati a lavorare su noi stessi, ma non da soli, con Dio e in Dio. Nel libro abbiamo spiegato quali sono i mezzi generali e specifici per fomentare l'azione dello Spirito nella nostra vita. Questa sinergia divino-umana è necessaria per la salvezza eterna. Ne abbiamo parlato anche nel nostro primo libro, dove suggerivamo come formare un buon carattere: Dono e impegno. Un cammino tra temperamenti e virtù. Ricordiamo le parole di sant'Agostino: "Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te". Dio prende l'iniziativa, ci crea e redime, ci dona se stesso nell'Eucaristia, ma attende la nostra risposta, la nostra accoglienza, il nostro amore che, ordinariamente, passa per una vita di preghiera, di ascesi, di sacramenti. Non mi stanco di ripeterlo. La vita sacramentale è quella che ci comunica lo Spirito Santo e permette alla nostra esistenza di realizzarsi secondo la volontà del Signore. Non si può vivere una fede a modo nostro, privata, senza la Chiesa e i sacramenti della Chiesa. Chi vive così si inganna grandemente. Anche Papa Leone XIV ci sta richiamando con forza a questa realtà. Ascoltiamolo e ne vedremo i frutti!



Lei scrive:

"Tommaso D'Aquino ha dedicato un'intera questione della Summa Theologiae ai frutti dello Spirito Santo, designandoli come gli ultimi e dilettevoli risultati dell'opera dello Spirito nell'uomo". (cit. p. 32)

Quali sono e che cosa sono i frutti dello Spirito Santo?


Sì, a san Tommaso d'Aquino dobbiamo riconoscere sempre il merito di aver fatto chiarezza, ordine, luce anche in questa materia, con quella sua spiccata e carismatica sistematicità. È una fonte teologica sempre preziosissima. La presenza dello Spirito con i suoi doni nella persona umana produce inevitabilmente degli effetti, anche visibili. La Sacra Scrittura elenca alcuni frutti dello Spirito, che abbiamo elencato ed esaminato nel libro. La Tradizione li ha assunti e approfonditi, ma anche in questo caso la loro numerazione è convenzionale, perché i frutti sono incalcolabili. Come abbiamo già detto, la vita divina ci conforma a Gesù, ci fa sua trasparenza, come Maria, delinea i tratti del suo volto in noi. Ciò significa che ci rende persone amabili, buone, generose, pazienti, misericordiose, compassionevoli, fedeli, delicate e forti, pure e caste, capaci di perseveranza nelle scelte, capaci di autodominio. E quanto bisogno abbiamo di tutto questo! Quanto bisogno hanno di autodominio i nostri giovani, lasciati troppo spesso ai propri istinti, alle proprie fragilità, alle proprie voglie che spingono ad assecondare il vizio! Nei vari capitoli del libro abbiamo spiegato quali frutti genera ogni singolo dono dello Spirito, seguendo la classificazione di Tommaso. 



"Infatti, dove è presente una Persona divina vi sono sempre le altre due, essendo la trinità un solo e unico Dio".(cit. p.28)
"Vivere la comunione con il Signore permette allo Spirito di disegnare in noi i tratti del volto di Gesù, di donarci il suo pensiero, i suoi sentimenti, perché si manifesti la sua presenza, il suo Regno in mezzo a noi".(cit. p. 28 s.)

Il dono della Sapienza apre il settenario dei doni dello Spirito Santo.

Lei ne parla come di un abito soprannaturale che vive quasi in simbiosi con la carità ma che cos'è in realtà questo dono?

Il discorso è ampio, tanto che vi ho dedicato un intero capitolo. La teologia parla di dono soprannaturale, in quanto la Sapienza viene da Dio ed è Dio stesso. La Sapienza è un dono stupendo, perché rende capaci di giudicare tutto con gli occhi di Dio e con il cuore di Dio, che è Amore per essenza. È un dono che ci rende profeti, interpreti della realtà che viviamo, della storia vista dall'alto, ossia dalla prospettiva dell'eternità. Possiamo considerarlo il "primo" dono nel senso di dono più eccellente, se così si può dire, perché porta a maturazione l'amore di Dio in noi, la carità cristiana, che è la regina delle virtù. Senza amore, infatti, non c'è vita eterna.



"I doni dell'Intelletto e della Scienza agiscono illuminando la fede e purificando il cuore, perché possiamo vedere Dio e tutte le cose nel loro autentico valore".

(cit. p.59)

Che cosa significa vedere Dio e tutte le cose nel loro autentico valore?


Quando sento nominare questi doni penso immediatamente a san Francesco d'Assisi, specialmente per il dono di Scienza. Sono doni meravigliosi che ci consentono di intuire la profonda verità della Rivelazione divina, che illuminano sul senso spirituale della Parola di Dio, ce la fanno gustare, vivere fino in fondo, ce la fanno sentire viva, comunicando slancio alla fede. Questa forma di conoscenza non è quella che si acquisisce dai libri, non è nozionistica, è esperienziale, è divina! Quale gusto se ne prova lo sa solo chi la vive. La purificazione della mente e del cuore che attuano questi doni permette di riconoscere la presenza di Dio in tutte le creature, perché aumenta la nostra fede, la perfeziona, mette ordine, nel senso che ci fa comprendere il giusto valore di ogni realtà per potergli dare il posto che Dio gli ha destinato nella scala dei valori. Il disordine nei valori che si attesta oggi, un vero e proprio rovesciamento in tanti casi dove si riservano più premure agli animali che agli esseri umani, ad esempio, è il segno evidente di tale mancanza. La Scienza, inoltre, rende possibile individuare i nessi esistenti tra le verità naturali e quelle di fede. Si tratta di doni essenziali per chi indaga, studia, ricerca e per chi fa teologia. Sono doni che nobilitano, valorizzano l'uomo in quanto uomo, dotato di intelletto, e comunicano un entusiasmo nel credere che può essere solo opera di Dio. Inoltre, non a caso, loro frutto più sublime è la beatitudine della purezza del cuore e della consolazione.



All'interno del volume lei cita spesso i vizi a cui l'uomo, purtroppo, alle volte è soggetto.

In che rapporto stanno questi ultimi con i doni dello Spirito Santo?


I vizi non sono altro che abitudini cattive acquisite nel tempo, ripetendo azioni sbagliate, nocive e peccaminose. Se cedo continuamente all'ira che sento nascere in me finisco per diventare aggressivo e violento: questo è il vizio dell'ira, che mi rovina, mi fa degenerare, mi spinge a commettere tante azioni, a dire tante parole, ad assumere tanti atteggiamenti contrari al vero amore. Ed è solo un esempio, dei più comuni. Ciò accade quando non ci si preoccupa di dominarsi, quando non si vuole vincere se stessi e i disordini presenti nel cuore, quando si rinnega Dio e si vuole fare tutto di testa propria. Il mondo ci insegna molto bene a coltivare i vizi. È chiaro, allora, che in tal modo lo Spirito Santo viene "buttato" fuori dal cuore in cui vorrebbe operare e abitare, perché si sceglie il peccato, si sceglie la propria volontà, di seguire il proprio orgoglio. Senza umiltà, senza preghiera, senza ascolto di Dio, soprattutto senza grazia, ripetiamolo, lo Spirito non può operare, perché non vogliamo che operi.



Lei scrive:

"Il dono del Consiglio interviene nelle scelte importanti della vita, talvolta aiutando a prendere decisioni repentine e coraggiose, sempre prudenti e sagge, specialmente quando non si ha il tempo di riflettere". (cit. p. 59)

In una società liquida, come affermava il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, quanto è importante ancora oggi invocare questo dono dallo Spirito Santo?


Importantissimo e urgentissimo. Società liquida che nell'illusione di libertà sta rendendo queste generazioni flaccide, incostanti e facilmente manipolabili. È un'evidenza che abbiamo tutti sotto gli occhi, sebbene gli occhi accecati non possano e non vogliano vederla. Senza Consiglio non si comprende quasi nulla, non si è prudenti, non si è capaci di muoversi in un mondo così insidioso. La sua domanda mi dà l'occasione di far presente ai lettori che nel libro, i diversi doni, virtù e beatitudini sono calati proprio nel contesto attuale, nel senso che ho provato a mostrare quanto siano necessari oggi, in questa nostra cultura, per non rimanere schiavi e vittime, spesso inconsapevoli, di una mentalità diabolica e distruttrice della bellezza dell'essere umano.



Oggi il mondo vive in una crescente richiesta di forza per affrontare quasi una smisurata competizione tra le parti.

Più si sgomita e più si è forti e più si ha diritto di vivere in questo mondo.

Sembra questa, oggi, la logica imperante.

Anche uno dei doni dello Spirito viene chiamato Fortezza, tuttavia questo dono segue altre logiche.

Può spiegarci in che cosa consiste?

La logica di Dio è rovesciata rispetto alla logica del mondo. Dio vince sulla Croce! Lo Spirito ci fa entrare in questo modo di pensare e di giudicare divino, facendoci scoprire che è l'unico vero. Chi riceve lo Spirito e vive e opera con Lui scopre una realtà così sorprendente, entusiasmante e profondamente vera, che mentre stagna nel peccato non può nemmeno arrivare ad immaginare. Ricordiamo che, quello che per il mondo è sapienza, per Dio è stoltezza, e viceversa. La Fortezza divina, lo spiego in un capitolo dedicato, è un dono meraviglioso, perché ci rende capaci di scelte eroiche, dell'eroismo di Cristo, rende veramente e profondamente liberi e felici in ogni situazione della vita. Affrontare le prove, le tentazioni, le sofferenze, le malattie, le persecuzioni, le calunnie, il giudizio altrui con Fortezza è qualcosa di divino, bisogna farne esperienza! Iniziamo a desiderare questo dono e a chiederlo senza paura, perché ci cambierà l'esistenza!



"Con il dono della Pietà la nostra relazione con la Trinità si riempie di affetto".
(cit. p.137)

A differenza di tante espressioni religiose presenti oggi nel mondo il Cristianesimo accosta il fedele a un Dio che è Padre, amico, fratello.

Questo rapporto chiede di essere coltivato, custodito e fatto fruttificare.

Quanto il dono della Pietà, un'espressione forse a tanti sconosciuta, può contribuire nella realizzazione e nella crescita di tale rapporto?


Papa Francesco e Papa Leone XIV parlano spesso di tenerezza. Ebbene, la tenerezza è proprio un frutto di questo dono, ed è espressione anche di quella virtù che chiamiamo amabilità. È tra i doni più sconosciuti o equivocati, dato il nome che porta, concetto che nella nostra cultura assume una connotazione più negativa che positiva. Ma la verità è che la Pietà dello Spirito ci dà un cuore di carne, compassionevole, amante, vicino a chi soffre, capace di gioire con chi gioisce e piangere con gli afflitti. Ci fa sentire figli di Dio e fratelli tra noi, quindi alimenta sentimenti e comportamenti di giustizia piena di amore, di attenzione, di premure. Ci rende persone discrete, mai invadenti, perché stabilendo un rapporto di amore confidente con Dio, fa sì che questa tenerezza del Cuore di Gesù si radichi in noi e si esprima attraverso di noi in ogni relazione. Anche questo è un dono essenziale da invocare, conoscere e coltivare, perché, oltre tutto, ci fa scoprire qual è la vera giustizia.



L'ultimo dono che elargisce lo Spirito Santo è il Timor di Dio.

Perché si parla di timore e che cosa significa realmente questa espressione?

È l'altra faccia della Pietà filiale, perché nella confidenza non manchi la riverenza! Capita spesso di trovare cristiani che mancano di vera adorazione verso il Signore. Il fatto che ormai ci inginocchiamo così poco, persino davanti al Tabernacolo e al SS. Sacramento è, forse, il segno più evidente della mancanza di Santo Timore. Alcuni dimenticano che Gesù, il Risorto, è Dio e, per questo, merita adorazione, rispetto. Davanti a Lui anzitutto ci si prostra e si sta in ginocchio. Questo non significa distanza ma venerazione, giustizia, onore, che non può mancare nel vero amore. Ecco allora che la confidenza data dalla Pietà si riempie di Santo Timore, ossia di profonda adorazione al cospetto di Dio. Inoltre, il Timore alimenta la Speranza cristiana, perché comunica il sentimento dell'onnipotenza divina, che è un'onnipotenza di fedeltà e amore, che realizza le sue promesse di felicità eterna. Non è un caso, allora, che oggi, oltre a mancare di Timore, molti battezzati manchino anche di Speranza. Tutto è collegato!



Vogliamo ringraziare la Teologa Pamela Salvatori per aver risposto alle nostre domande e per averci consegnato un testo che traccia un vero percorso di approfondimento.

Il volume, infatti, si presenta come un valido approccio verso la conoscenza della terza Persona della Trinità, lo Spirito Santo, di cui alle volte, purtroppo, si parla poco e tantomeno si conosce.

Il testo presenta una vera e propria Teologia dello Spirito e può essere conservato e consultato quando se ne ha bisogno.

La conoscenza dello Spirito Santo è un traguardo a cui tutti i cristiani dovrebbero tendere poiché Egli è il motore, l'ispiratore, il consolatore, l'avvocato e il difensore di ogni singolo credente che si incammina, insieme al Cristo, a sua Madre e a tutti i santi, sulla strada del Regno.

Attraverso questo libro Pamela Salvatori ci introduce verso la conoscenza dello Spirito Santo ma anche e soprattutto sugli effetti che questo Spirito ha sulla vita dei credenti.

Credo che sia il tocco più originale dell'opera, che può essere un monito, un'ispirazione per chiunque voglia percorrere un cammino spirituale dove lo Spirito di Sapienza e di Intelletto, di Consiglio e di Fortezza, di Scienza e di Pietà e di Timore del Signore sia il vero regista e guida nella comune chiamata alla santità.

Il libro affronta tanti argomenti e li sviluppa sotto varie angolazioni per niente scontate ed è per questo che per un maggior approfondimento rimandiamo alla lettura del testo. Una lettura che invita il lettore ad un banchetto della Parola e dello Spirito; un banchetto che sfama con cibi e vivande oggi pochi utilizzati e che ogni uomo può gustare per approfondire e realizzare una bella e affascinante vita spirituale sotto lo sguardo vigile e pieno d'amore del Soffio di Dio, lo Spirito Santo.

Buona lettura!


"O Dio, che nel mistero della Pentecoste 
santifichi la tua Chiesa 
in ogni popolo e nazione, 
diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo,
e rinnova anche oggi nel cuore dei credenti
i prodigi che nella tua bontà 
hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo".
 
(Colletta, Solennità di Pentecoste)

PAMELA SALVATORI

Specializzata in Teologia Dogmatica, scrive libri, articoli e recensioni, collaborando con varie riviste di Teologia, di cultura, come La Civiltà Cattolica, e di Spiritualità. Ha pubblicato nel 2023 "Dono e impegno" e nel 2024 "San Giuseppe, l'uomo dei fatti".



IL DITO DI DIO. Lo Spirito Santo nella vita cristiana

Autore: Pamela Salvatori

fra Manuel Valenzisi, ofm (Prefazione)

Collana: Vita cristiana

Anno: 2025

Numero pagine: 185

Valutazione: ☼ ☼ ☼ ☼ ☼

ISBN: 9798345401750

Casa Editrice: Amazon

Prezzo di copertina: € 12 (Formato Kindle 5,99 €)


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