Gesù conosce i segreti di ogni cuore

09.04.2023

      In questo articolo passeremo in rassegna alcuni passi evangelici che ci permetteranno di comprendere meglio come Gesù riusciva a leggere nel cuore e nell'animo dei suoi interlocutori.
 

Carl Heinrich Bloch, Gesù Cristo consolatore, 1890



di Francesco Domina©

Insegnante e Scrittore

si occupa di Letteratura e Cristianesimo

Proprietà letteraria riservata: www.lettoriescrittori.it©




Chi può dire di conoscere i segreti che si celano nel nostro cuore?

Ogni uomo, in fondo, è un mistero. 

Gesù... conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo. (Gv 2,24-25)

Giovanni riporta queste parole all'interno del suo Vangelo perché ha fatto questa esperienza: Gesù, il Nazareno conosce i segreti di ogni cuore. Davanti agli occhi e al Cuore del Cristo sono presenti tutte le sofferenze, i drammi, le ansie, le delusioni e le gioie di tutti gli uomini e le donne del mondo intero.
Questa caratteristica di Gesù lascia gli uditori e i suoi astanti perplessi e stupefatti perché egli manifesta le cose nascoste, le realtà non conoscibili all'uomo.

Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: "Seguimi!". Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret". Natanaele gli disse: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaele gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". Gli replicò Natanaele: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".
(Gv 1,43-49)

Natanaele capisce allora che Gesù è il re-profeta perché il conoscere e il rivelare le cose nascoste è una capacità che hanno solo i Profeti, come la samaritana ribadisce a Gesù al pozzo di Giacobbe.


Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". Le dice: "Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". Gli replica la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta!".

(Gv 4,13-19)  

Nel dialogo con la samaritana Gesù non rimprovera la donna ma la pone di fronte alla realtà della sua esistenza. Penetrare nel suo cuore non è per il maestro di Nazaret un atto di rimprovero ma il modo di permetterle di riflettere su quanto ha seminato e costruito nella sua vita fino adesso.

Anche di fronte al tradimento di Giuda Gesù manifesta la sua capacità di penetrare nel cuore del suo Apostolo che, purtroppo, ha maturato da tempo l'intenzione di tradire il suo maestro.


In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».(Mt 26,14-25)

"Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri»". (Gv 13,11)


Anche nel colloquio con i suoi interlocutori, coloro che ostacolano il suo annuncio di salvezza, Gesù manifesta la sua capacità di penetrare le profondità più remote del cuore dell'uomo e dei sentimenti di ogni persona.

Potremmo affermare che il maestro di Nazaret non condanna aspramente i peccati degli uomini quanto più l'ipocrisia di coloro che si sentono giusti davanti a Dio e ai loro fratelli.

"Guai a voi… che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi…, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza". (Mt 23,23-25)


È Gesù stesso che, conducendo quasi una disamine psicologica dell'uomo, analizza i sentimenti negativi che escono dal suo cuore e che gli possono recare un grave danno non solo al corpo ma anche allo spirito.


E diceva: "Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo".
(Mc 7,20-23)


Ed è per questo che il maestro Gesù invita i suoi discepoli a pregare per superare la tentazione.


"Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". (Mt 26,41)


Se il cuore dell'uomo, però, può nascondere miriadi di sentimenti contrastanti esso tuttavia può trovare pace e consolazione nel Cuore di Cristo che accoglie ogni uomo senza giudicarlo, con sentimenti viscerali, di misericordia.

"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero". (Mt 11, 28-30)



Per i testi biblici:

La Sacra Bibbia versione ufficiale della CEI

© Fondazione di religione santi Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena.




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